lunedì 10 dicembre 2007

Il mattino ha l'oro in bocca.

Il mattino ha l'oro in bocca

Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca.
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venerdì 9 novembre 2007

La vera Pornografia

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A volte, se c'è qualcosa di porno in tv, lo registro.

Così me lo rivedo quando mi va, e nei momenti più eccitanti mi ci masturbo sopra.

Solitamente è quando il sacerdote alza il calice.






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sabato 27 ottobre 2007

Sidùn.

Non mi fido di nessuno.

di nessuno.


http://youtube.com/watch?v=CxZNwPrenQE

di nessuno.





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giovedì 18 ottobre 2007

land of hope and dreams

Grab your ticket and your suitcase
Thunder's rolling down the tracks
You don't know where you're goin'
But you know younwon't be back
Well darlin' if you're weary
Lay your head upon my chest
We'll take what we can carry
And we'll leave behind the rest

Big Wheels rolling through fields
Where sunlight streams
Meet me in a land of hope and dreams

Well, I will provide for you
Yeah, and I will stand by your side
You'll need a good companion, darlin'
For this part of the ride
You leave behind your sorrows
Yeah, this day will be the last
Tomorrow they'll be sunny skies
And all this darkness past

Big Wheels rolling through fields
Where sunlight streams
Meet me in a land of hope and dreams

This train
Carries saints and sinners
This train
Carries losers and winners
This Train
Carries whores and gamblers
This Train
Carries midnight ramblers
This Train
Carries broken-hearted
This Train
Carries souls departed
This Train
Dreams will not be thwarted
This Train
Faith will be rewarded
This Train
Carries fools and kings
This Train
Hear the big wheels singing
This Train
Bells of freedom ringing

Terra di Speranza e di Sogni

Afferra il tuo biglietto e la tua valigia
Il tuono sta rombando giù sulle rotaie
Non sai dove stai andando
ma sai che non tornerai indietro
Bene, mia cara, se sei stanca
Distendi la tua testa sul mio petto
Prenderemo ciò che potremo portare
E ci lasceremo alle spalle il resto

Grandi ruote rombano attraverso i campi
Dove si riversa la luce del sole
Incontrami in una terra di speranza e sogni

Bene, Io avrò cura di te
Si, e starò dalla tua parte
Tu avrai bisogno di un buon compagno, mia cara
Per questa parte del viaggio
Lasciati alle spalle i tuoi dolori
Si,questo giorno sarà l'ultimo
Domani saranno cieli splendenti
E tutta questa oscurità passata

Grandi ruote rombano attraverso i campi
Dove si riversa la luce del sole
Incontrami in una terra di speranza e sogni

Questo treno
porta santi e peccatori
Questo treno
porta perdenti e vincitori
Questo treno
porta prostitute e giocatori d'azzardo
Questo treno
porta girovaghi notturni
Questo treno
porta cuori-distrutti
Questo treno
porta anime morte
Questo treno
I sogni non saranno ostacolati
Questo treno
La fiducia sarà ricompensata
Questo treno
porta buffoni e re
Questo treno
Ascolta le grandi ruote cantare
Questo treno
Le campane della libertà stanno suonando

mercoledì 3 ottobre 2007

...ma che voo dico affà...

Non era mai accaduto prima che uno Stato americano dedicasse una giornata ufficialmente a un musicista rock. Accade ora nel Connecticut: da oggi, per decisione del governatore Jodi Rell, il 2 ottobre è il «Bruce Springsteen Day».

da corriere.it

domenica 30 settembre 2007


Si sono appena presentati sul mercato due album: il nuovo dei Babyshambles di quel matto di Pete Doherty e il quindicesimo (in studio) di quel vecchio saggio di Bruce Springsteen.


Tra vent’anni la coincidenza verrà ricordata solo se nel frattempo l’inglese sarà diventato un artista rispettabile o se l’album del Boss avrà superato le copie vendute da Born In The U.S.A. Ho seri dubbi che entrambe le cose possano accadere.


Sulle reali possibilità che il ragazzetto di Hexham possa rinsavire lascio azzuffarsi i suoi fan e i suoi biografi, sulle capacità di penetrazione del mercato di Magic si è già espresso Jon Landau. Il manager di Springsteen, ovvero l’uomo che lasciò un giorno il suo desk da giornalista per diventare manager e produttore di artisti rock, lo conoscono anche a Katmandu per aver centrato nel 1974 la previsione che il suo più importante assistito sarebbe diventato "il futuro del rock’n’roll". Oggi corre seriamente il rischio che da Tucumcari all’isola di Capo Verde corra voce che non ne azzecca più una.

Perché nei giorni che hanno preceduto la pubblicazione di Magic si è lasciato sfuggire, forse preso dalla stessa foga con cui ogni venditore lucida il pelo della propria bestia, che Springsteen aveva realizzato un album "ben suonato, molto leggero, immensamente godibile e nient’affatto politico".

Non lo ha detto all’orecchio del suo gommista ma in esclusiva a Billboard, che ha immediatamente pubblicato. Per questo va preso sul serio.

Così torniamo dubbiosi, perché prima di tutto un vero album di rock’n’roll raramente è "ben suonato" (e se lo è non si dice, perché usa nel pop, e sta bene per Gauchodegli Steely Dan, non per Exile On Main Streetdei Rolling Stones).

Poi, a costo - se smentiti - di ripartire dal via nel Monopoli del Rock, azzardiamo che queste canzoni non sono leggere (nient’affatto), che l’immensa godibilità (nel senso di spensieratezza) è semmai prerogativa delle carezze doo-wop dei Crests (Sixteen Candles, presente American Graffiti?) o delle canzoni pubblicate dai Beatles prima di Revolver.


In ultimo, una certezza da non trascurare: le intenzioni e i testi di questo Springsteen sono politici, come sempre.


Chiedere a Pete Seeger, a Steve Earle, a Billy Bragg se con la condanna, l’indignazione, la collera poi si vendono i dischi in quantità tali da poter accedere al podio della Top Ten. Ascoltando le canzoni di Magic viene il sospetto che il sottotitolo che Landau abbia voluto dare all’album - "allegro e disimpegnato" - nasconda in realtà la volontà di non inibirsi del tutto quella fetta di pubblico che ai tempi del Vote For Change, quando Springsteen prese posizione spalleggiando John Kerry, gridava al suo idolo con la chitarra Fender al collo di "chiudere il becco e continuare a cantare" (ovvero l’inelegante "shut up and sing" che non si dice a nessuno, tanto meno a un Boss di cuore e di pensiero).


Descrivere queste composizioni per quello che non sono, anche quando, come Livin’ In The Future, si mettono la maschera del pop frizzante che galleggia a metà strada tra la Stax e Hungry Heart, significa fare loro un grande torto.

Proprio lì, in quel pezzo che sembra possedere il sacro fuoco del soul che ha messo nella penna di Springsteen le Tenth Avenue Freeze-out e le tante gemme lavorate per Gary U.S. Bonds, non si fatica a trovare parole ruvide e il definitivo tracollo del Sogno Americano, o dell’ennesima versione ricarrozzata di quella vecchia macchina che ogni tanto da quelle parti qualcuno prova a rimettere in moto.


"Un vento malato ha recapitato una lettera / parla di me e di te / come di due estranei / ma prima o poi doveva capitare / e io mi sono fatto cieco e muto / come quando ci baciamo".


La prima tirata d’orecchie è morbida, scritta per salvare l’orgoglio e i gioielli di famiglia dalle malelingue che avevano velenosamente diffuso voci (smentite) di separazione tra Springsteen e Patti Scialfa. Poi si aprono le finestre di casa, con affaccio su una vita che a molti alza steccati troppo alti, e sono colpi di fucile diretti a una classe politica che sta a guardare.

La voce di Springsteen fa risuonare tutto il malumore di chi ha dovuto accettare che Bush restasse al suo posto davanti a un Kerry sconfitto e non del tutto convincente ("ho aperto il mio cuore per te / ne ho ricavato solo danno / la mia nave chiamata Libertà si sta allontanando / verso un orizzonte rosso sangue").


E’ leggero e nient’affatto politico un album che piazza lì, funerea, l’immagine di un sorvegliante che "apre i cancelli ai cani inferociti"? E’ desolante o no parlare di qualcosa di "virtuoso" ("righteous" è un’espressione che nel disco compare più volte) che sta "colando a picco"?

La meraviglia in tutto ciò è l’agrodolce del ritornello, che in molti intoneranno "spensierati" (ma in concerto vale tutto: quella è casa delle emozioni, dei pugni in alto, delle corde vocali portate allo sfinimento, guai ad intaccarne la sacralità) ma che in bella sostanza si tuffa nel sarcasmo e ripete "non preoccuparti, dolcezza, mantieni la calma / stiamo vivendo nel futuro / nulla di tutto questo è ancora accaduto".


Springsteen non è affatto tranquillizzante né musicalmente accondiscendente, qui.

Non avrebbe scelto certi scenari e non avrebbe affidato la matematica perfetta della sua E-Street Band a quello scienziato pazzo di Brendan O’Brien che quell’aritmetica spesso nega, intubando voci e tastiere, avvolgendo il prezioso sassofono di Clemons attorno alle chitarre come un filo di cachemire attorno a un ferro arrugginito, incastrando talvolta la voce del Capo (accade in You’ll Be Comin’ Down più che altrove) in un groviglio di suoni che richiede al pubblico maturo del classic rock uno sforzo che forse non sa permettersi. Il produttore formatosi con il suono roboante e livido dei Pearl Jam non fa sconti quasi mai, ma è questo a fare di The Rising un disco competitivo come mai riescono ad essere, oggi, le opere dei tanti dinosauri del rock che lasceranno la scena solo a sassate.


Se Bruce e i suoi boys, che non lavorano più come la band di un tempo ma fanno tesoro dell’esperienza e dell’abitudine a scaldare le valvole velocemente, avessero replicato le loro trame più abusate chissà le sculacciate dalla critica. Il tempo trascorso insieme nei Southern Studios di Atlanta è stato poco rispetto alle sgroppate dei tempi di Darkness e The River, quando sei settimane bastavano forse a incaponirsi su take multiple di una stessa canzone e a capire che quel pezzo - parole di Boss - "non era utile al contesto", così più che proteggere a spada tratta il pedigree la E-Street Band si è lasciata guidare da nuovi canoni, non del tutto esplorati ai giorni del più conservatore The Rising.

Da questa inedita disponibilità a sacrificare il pregio delle individualità è sgorgato un suono in alcuni episodi molto complesso, quel Wall Of Sound che Bruce cercava in Born To Run e che qui davvero trionfa ed è luminosamente geniale.

Quando parte Girls In Their Summer Clothes, calata in uno scenario che sa di boardwalk e passeggiate ricordando i Drifters, ti aspetti una Lonesome Day, ma il cantato conduce altrove, tra le pieghe ("magiche", come altro definirle) delle più elaborate evoluzioni di Brian Wilson, con o senza i Beach Boys. Sono archi, campanelli, muri di chitarre e cori celestiali a ornare questa imprevedibile composizione, che si tuffa negli anni Sessanta, un suono che paga sempre se le corde da toccare sono la rassegnazione e il rimpianto. In questo, Girls è sorella di Long Walk Home per come i protagonisti riavvolgono il nastro della loro memoria. Se in questa Glory Days vent’anni dopo ( le "ragazze in abiti estivi passano veloci" hanno la stessa valenza dei "giorni di gloria" che "ti passano sopra la testa alla velocità con cui una ragazzina sbatte le ciglia") è tenue il rammarico nei confronti di una giovinezza sfuggita inevitabilmente di mano, aspro è il commento dell’uomo che in Long Walk Home (un reduce?) mette in fila tutte le difficoltà di un rientro a casa, in quella small town dove il barbiere di South Street "non lo riconosco più", il diner dell’angolo è fallito e il campo dei Veterani osserva silenzioso dall’alto della collina.

Scene da Born In The U.S.A. e Shut Out The Light, scene da Vietnam, che ritornano ossessive come colpi di mortaio. Su cadaveri e uomini svuotati c’è ora il marchio dell’Iraq, ma la ferita della guerra è la stessa. Il passo qui è dapprima lento, serve a raccogliere il peso del dolore seminato per strada, poi - ed è quello che accade anche in Gypsy Biker (profumo di Lucky Town, tra armoniche e chitarre col vibrato, per la storia di un combattente che non è tornato più) - la band gonfia il petto, e tutto si fa più tumultuoso. Era accaduto in altre war songs del passato (Souls Of The Departed).


Nella canzone che dà il titolo all’album, forse la più enigmatica del lotto, Springsteen compone nella vena di The Ghost Of Tom Joad, infilandosi in quel solco country celtico che lo fa assomigliare al Mark Knopfler solista. Sembra di vedere il cappellaio matto, quello che in un video di Tom Petty (Don’t Come Around Here No More) faceva a fette Alice, torta tutta panna da leccarsi i baffi. Nessun Paese delle Meraviglie qui, qualcuno avvisi Landau e qualche recensore distratto che potrebbe cadere nel tranello: l’illusionista di Magic ci invita ad avvicinarci, si propone di far scomparire la moneta che ha in mano, avvisa che potrai pensare a una carta e lui tirerà fuori proprio quella dalla sua manica, ma nel cilindro nero sembra di scorgere dietro al coniglio l’America dei tranelli e dei trucchi che nella vita vera non riescono.

E’ un modo nemmeno troppo velato, quello scelto da Springsteen, di comunicare tensione, insoddisfazione, paura. Basta leggere bene e certe frasi - "non fidarti di quello che ascolti, meno ancora di quel che vedi", oppure "la libertà che hai cercato oscilla come un fantasma tra gli alberi" - passano da parte a parte, lacerano davvero, altro che la spada innocua di un maghetto. Per chi avesse dubbi, o avesse creduto di ascoltare un brano della Electric Light Orchestra, basterà l’ultima scena, con quei campi di battaglia dove portare con sé "solo ciò di cui si ha paura" e dove sotto a un sole che cala lentamente ci sono "corpi che penzolano dagli alberi". In un disco che rovista con agile curiosità nel campionario di casa Springsteen non manca l’energia di brani oscuri smarriti ai tempi di The River: The Last To Die ha il passo di Roulette e si chiede di chi sarà "il sangue che ancora scorrerà", di chi "il prossimo cuore pronto a spezzarsi", chi sarà il prossimo "a morire per un errore"; Your Own Worst Enemy, potrebbe essere una b-side degna di Tracks, avvolgente e cantabile come lo era stata None But The Brave, ma l’orchestrazione da Oscar, l’impasto sapiente delle voci (ancora Beach Boys), il rintocco austero di una campana in lontananza, l’Hammond elegantissimo le conferiscono una classe di categoria superiore. "Il tuo peggior nemico sta arrivando in città" è l’ennesimo confronto tra epoche diverse ("tutto si è capovolto"), ieri e l’oggi che si guardano in cagnesco, la pace e la sicurezza di un tempo a sfidarsi a duello con tutta l’incertezza che regaliamo ai nostri figli insieme al dono della vita. La dolorosa uscita tenorile, per le ultime parole del brano ("la bandiera un tempo restava dritta, puntata verso il cielo"), propone uno Springsteen inedito.

In questo contesto, così vario e addirittura respingente (tanti gli ingredienti, e molto - come sempre - affiora dopo tanti ascolti), un pezzo come Radio Nowhere, lanciato come singolo in un sistema discografico in cui il singolo in realtà non si capisce più cosa sia (un pezzo che non viene nemmeno venduto?, un clip che non va in rotazione televisiva?), rischia di apparire come un corpo estraneo. Poi anche i suoi cliché (la scrittura prevedibile, le chitarre già sentite) svelano un’attinenza con il resto. L’uomo che con un approccio quasi punk urla "c’è qualcuno ancora vivo lì fuori?" sollecita una reazione, scuote la coscienza di ognuno di noi.

E’ la voce di una radio persa nel nulla che ha ancora la forza di indicare cosa è giusto fare e cosa no.

E’ il Live Earth personale di un singolo individuo che quando canta I’ll Work For Your Love, riesumando vecchie formule senza cedere troppo alla nostalgia, ti mette i brividi ed è convincente come quando con la Seeger Sessions Band prese un vecchio blues di Albert Reed (How Can A Poor Man Stand Such Times And Live?) e lo fece diventare una canzone d’amore per New Orleans travolta dall’uragano Katrina.

Di amore si torna a parlare in Devil’s Arcade. Ma è l’amore di una donna che accoglie il suo eroe - un altro eroe segnato, fiaccato, impaurito e fragile - e lo riporta a una vita normale, fatta di mattine da mettere in fila e colazioni da preparare. Ma lui si addormenta sognando i suoi "compagni" Charlie e Jim, e l’odore di un deserto di guerra non abbandona la sua pelle.


Tanto prodotta e "costruita" Devil’s Arcade (è vagamente lo Springsteen "sperimentale" di Missing e Lift Me Up ad agire da queste parti) quanto scarna e primitiva Terry’s Song, traccia nascosta che non ci doveva essere. Springsteen l’ha scritta la notte dopo la morte del suo vecchio amico e assistente Terry Magovern, una montagna d’uomo che lo ha preceduto ovunque in una vita di concerti da stadio e piccoli club. Voce, pianoforte, una chitarra acustica e poco altro per Terry, uomo di forza e sentimento, un marine, un biker, uno di quelli davvero "ultimi a morire".


"L’amore è più forte della morte, come le canzoni e le storie da raccontare", canta Bruce forse con gli occhi ancora arrossati. Verrebbe da chiedergli dove trovi la lucidità, la voglia, il talento per far confluire nell’ultima canzone, coda non prevista di un album da cui appare lontana anni luce, tutto il significato dell’album stesso. E si potrebbe aggiungere, osando, se davvero pensa che questo suo ennesimo capolavoro di impegno, realismo, integrità e commovente passione, se queste canzoni ancora una volta a misura d’uomo, se tutto questo sia il bagaglio di un artista alle prese con un lavoro "molto leggero e non rivolto alla guerra".


Ma in fondo è meglio che ognuno di noi pensi quello che vuole e che Springsteen non faccia come l’incauto venditore di illusioni, che promette magie e mescola mazzi di carte tutte uguali.

Perché potrebbe lasciarsi prendere la mano e farsi scomparire abbracciato al suo coniglio, insinuandoci il dubbio che non sia mai esistito.


Ed è un rischio, quello, che non vorremmo mai correre.


(ermanno labianca)

giovedì 27 settembre 2007

http://video.google.it/videoplay?docid=7880844279056253208

domani mi caveranno un dentino.. perciò stasera mi consolo perdendo un pò di tempo..

vi piace Ben Stiller?!

giovedì 20 settembre 2007

odio l'italia sempre di più (Vol.1)

Più della metà dello stipendio in affitto:

Per pagare l'affitto di casa se ne va più della metà dello stipendio. Si sfiora l'80% dell'intero reddito di una famiglia operaia per affittare nella periferia di Roma un alloggio di 80 metri quadrati al prezzo minimo di 800 euro.

Un'indagine condotta dai sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat Uil traccia uno scenario a tinte fosche.
Per un alloggio medio di 80 metri quadrati gli affitti medi variano da un minimo di 502 euro per l'estrema periferia di Bari, a 2.000 euro per un appartamento nel centro di Milano. I risultati confermano che per affittare un appartamento nella periferia di una grande città sono mediamente necessari 800 euro mensili, l'equivalente del 40% del reddito di una famiglia milanese o fiorentina con un reddito di 30 mila euro l'anno.


ma chi li vede 30.000 euro l'anno!?!? tra la popolazione più giovane la situazione è molto più gravosa.
domani rapa.

mercoledì 12 settembre 2007

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http://www.youtube.com/watch?v=mfzov0Cq90o

ci risiamo. non smettiamo ancora di correre.

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martedì 21 agosto 2007

Raining Bordello



Sono stato alla Festa di Radio Onda d'Urto per gustarmi i Gogol Bordello, che costavano dieci euro. Poi ho pensato che a dicembre c'ho da andare a vivere da solo, non c'è li ho da buttare i soldi,e che cazzo!

fattosta che, noncurante dei nuvoloni neri sulla testa, sono entrato alle sette (si iniziava a pagare dalle otto)..

la conclusione è che ho mangiato là e ho bevuto tremila birre intanto che aspettavo i Gogol spendendo mezzo stipendio e alla fine mi sono beccato le secchiate d'acqua che il buon dio ha deciso di lanciarci giù proprio in quel momento...

però ho visto un gran concerto!

venerdì 17 agosto 2007

vacatio blog



ero in ferie.


e lo sono tutt'ora, o quasi.. nel senso che mi sono temporaneamente rifugiato a casa Erica per sfuggire alla routine della vita quotidiana, e questo vuol dire ferie, anche se sono a Brescia e sto lavorando.


A proposito, sto lavorando in vetta al colle Cidneo, ai piedi del castello, al baretto (non lo chalet, quello più su!) fino alla ripresa del lio e della scuola.




novità del giorno che diventerà della stagione e poi dell'anno:




NUOVO DISCO DI BRUCE SPRINGSTEEN DAL 2 OTTOBRE !!!!




sabato 30 giugno 2007

resoconto

sto contando i giorni che mancano alle ferie..

finalmente ho mollato l'Oz, e sto da dio senza la fissa di dover andare a Milano da un giorno con l'altro!

ho pure finito la scuola (per quest'anno..) e m'hanno promosso in seconda! anche se ho 2 debiti in mate e diritto.. vabbè.. l'importante è passare!

Al lio procede tutto liscio, è stata assunta una graziosa giovincella morettina simpatica e sveglia.. era ora! non li reggevo più i martedi con la gente che traborda..
sopratutto per pulire due braccia in più fanno proprio comodo!





Ah! ho scoperto di avere parenti all'estero, ve ne faccio vedere uno:






questa figurina la voglio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

venerdì 22 giugno 2007

21 giugno 1985

Buon anniversario.
22 anni fa Springsteen ha fatto esplodere san siro. ripropongo una recensione dell'epoca.
dal Mucchio:

IL ROCK ESISTE ANCORA!
di Mauro Zambellini

Finalmente è arrivato, finalmente ha suonato e per i settantamila presenti ha confermato che The Boss è lui, il più grande di tutti. Inutile dilungarsi, è già stato detto tutto. Un concerto di Bruce è la cosa più gioiosa ed eccitante di questo mondo, e quello di Milano, a detta di chi ha assistito ad altri shows europei e americani della scorsa estate, è stato uno dei migliori della sua recente carriera, superato forse solo da quelli alla Brendan Byrne Arena nel New Jersey, e di sicuro migliore di quello di Newcastle e pari a quello di Dublino. Merito suo, della E-Street Band, di quel rock muscoloso ed essenziale e di un fantastico pubblico che ha diviso alla pari le emozioni del palco creando un flusso reversibile tra sé e i musicisti, rafforzando una suggestione collettiva che in alcuni momenti è diventato trionfo, come raramente capita di vedere. Gioia e festa e, come scrive Castaldo su 'Repubblica' del 23/6, «un atto di passione per Il Mucchio N. 90/91 - Luglio/Agosto 1985 la vita, un'esplosione di energia che da tempo il rock non riusciva più ad innescare». 'Viva Bruce', grida la sua gente alla fine dello show , dopo tre ore e mezzo di rock maiuscolo. '! Love You' risponde Springsteen visibilmente emozionato. Tornerò, urla in un ottimo italiano, poi impugna la Fender, guarda negli occhi la E-Street Band e riversa sullo stadio un fantastico «Rockin' All Over The World» che ha tutto l'aspetto di un inno all'internazionalismo del rock. Aveva iniziato puntualissimo al le 19.30, col tempismo tipico del 'blue collari (il timbraggio del cartellino è il simbolo più esplicito della condizione operaia) e la martellante «Born In The USA» aveva sciolto ogni dubbio. Sebbene la sua incredibile notorietà avesse già coagulato attorno a sé un business, che nel passato non aveva oscurato il suo personaggio, vero, sincero, autenticamente «nostro» e che dopo il successo di «Born In The USA» ha invece cominciato a fare sentire le sue mani, amplificando il tutto, dall'uso dei media alla grandezza degli stadi; nonostante tutto questo, quando il pugno si è alzato e i muscoli in bella evidenza hanno sguainato la Fender, ogni nube è scomparsa.
Il Rock aveva vinto, Bruce era ancora dei nostri. Il tentativo di rubarcelo mettendolo nel museo in cui il business tiene le proprie rockstars era miseramente fallito. Ci vuole solo un attimo, «Born In The USA», «Badlands», «Out In The Street» e il pubblico è in visibilio. Ma non celebra il rito, semplicemente vive nella sua più profonda emozione, interiore ed esteriore, il concerto di un artista che dà tutto, contro il tempo e contro la resistenza fisica, in nome di un integrità morale maturata nelle backstreets e oggi non svenduta. Sebbene ricco, pensa e ha la sensibilità di un povero.
Ma c'è sempre chi continua a non capire un cazzo di tale effetto e scrive l'indomani su un quotidiano milanese di larga gittata, «Compare lui, il mito, il nuovo Anticonformista. In ottantamila restano folgorati dalle parole delle sue canzoni. Per i molti che di poesia ne hanno letta poca quei suoi versi irruenti ed immediati rappresentano infatti la scoperta della poesia.»
E poi quando l'entusiasmo diventa realmente unico, per la reazione a catena che coinvolge contemporaneamente settantamila biologie cellulari, quando il rock strabocca dalle note di «Prove It Ali Night», «Glory Days» e «Promised Land», la stessa cronista non trova di meglio che «abbandonarsi a qualche pensiero solitario e chiedersi se questo debordante entusiasmo non sarà solo un contagioso desiderio di battere tutti le mani al nuovo Anticonformista di massa, domatore eccellente.»
Dispiace soltanto (ma forse nemmeno tanto) che la schifiltosa cronista (ah quanta poesia deve aver letto, lei, per schizzare così il resto del mondo...), al posto di starsene seduta a pensare leopardianamente, non sia stata con la gente, accorgendosi di quanto diverso sia il popolo di Bruce da quello «degli applausi a gettone» o da quello «che il mito è più bello con lo spinello».
Penso invece alla casalinga, seduta dietro di me, signora sui cinquanta anni dallo sguardo luminoso e dalle maniere semplici, che andrebbe insignita come «La più bella fan di Bruce». Ho avuto per un attimo il dubbio che fosse sua madre perché di lui conosce vita e miracoli e come ha detto lei stessa «quando il temporale è particolarmente cattivo, per me che vivo in campagna, non c'è di meglio che sentirmi la cassetta di «Nebraska» prima di prendere sonno».
Se ne era venuta da Roma sola, per questa lunga notte del solstizio d'estate, abbandonando marito e figli (già abbondantemente avvisati qualche mese fa), aveva chiesto un biglietto di tribù na perché il suo peso non poteva con sentirgli il prato, e finalmente sta li davanti a Bruce, l'unico da trenta chi fa ad oggi (il tempo lo conta a chili perché giovani si è anche a 50 anni ma a 100 kg un po' meno) ad «essere uguale sul palco e nella vita». Formidabile!!!
Oppure avrebbe potuto, la nipotina zelante di Adorno, parlare di «irrefrenabile desiderio di battere le mani» ad Aurelio, detenuto part-time nelle carceri di stato. Di giorno al lavoro presso il padre e di notte in gattabuia con gli urli lancinanti di «chi ha la scimmia sulle spalle». Ama il rock, il soul e Bruce Springsteen. Compera il ticket per il concerto del 21 e chiede un permesso speciale «di non rientro» per quella notte. Il permesso tarda ad arrivare ma quando le prime note di «Born In The USA» fendono l'aria lui è lì ad alzare il pugno al cielo.

Oppure tante altre storie tutte uguali e tutte diverse, con la loro piccola percentuale di eroismo. Una platea a immagine e somiglianza dell'artista. Monica, ad esempio. Impiegata in un'agenzia di viaggi, impossibilitata a chiedere un giorno di ferie per un concerto rock. Inventa un padre necessitato di visite ospedaliere, chiede un permesso speciale, mette nella borsa jeans e t-shirt per cambiarsi fuori dall'ufficio e compare allo stadio con sei metri di striscione, confezionato la sera prima, con su scritto «Milano Loves The Boss». Piccole storie che confermano l'unicità dell'evento e la ricchezza morale (ma sì, ma sì) del pubblico. Nessun altro concerto rock ha avuto titoli di giornali così eloquenti:
«Sei il migliore, sei il Boss» (Il Giorno)
«Bruce, questo è l'uomo che infiammerà la nostra estate» (PM)
«Con Springsteen l'Estate si è tinta di rock» (Il Corriere della Sera)
«Infuria l'uragano rock» (Il Giorno)
«Bruce, un eroe come noi» (Il Messaggero)
«Un eroe del rock contro i potenti» (La Repubblica)

E la platea italiana è sembrata proprio congeniale a Bruce, rilassato dopo due giorni di turismo nella villa sul Lago Maggiore messa a disposizione dallo stilista Versace (amico della [ex]moglie). La E-Street band è invece rimasta nelle strade di Milano, senza soffrire molto del clima urbano. Sul palco sono stati tutti fenomenali, a cominciare da Clemons e dal piroettante Nils Lofgren che nei gesti sembra imitare alla perfezione il caro Little Steven. E che dire della 'front line' a cinque (Tallent, Clemons, Lofgren, Patti Scialfa e Bruce), epica e «gasante» come fosse la banda di fuorilegge del Mucchio Selvaggio di Peckinpah. I pezzi, poi, li conoscete tutti. E se qualcosa va aggiunto è che l'LP «Born In The USA» ha ulteriormente rafforzato una rappresentazione e un teatro del rock che è il migliore da quando questo è stato inventato.

L'ORGANIZZAZIONE E IL BUSINESS
Lo spettacolo si è svolto nella più assoluta tranquillità. Code e resse nel limite del sopportabile anche per chi, con il vaglia in mano, doveva ritirare il biglietto agli sportelli. Cosa che in futuro, potrebbe essere evitata (così fan tutti in Europa) inviando direttamente via posta il biglietto prenotato. La sera del 19, ma ormai era oltre la mezzanotte visti i tempi supplementari delle cinque papine dell'Inter al Verona, sotto un'acqua battente gli uomini della Kono Music hanno iniziato a preparare lo Stadio di San Siro, togliendo le insegne pubblicitarie, stendendo lo speciale tappeto sul prato, impiantando l'enorme palco con schermo annesso.
Tutto ciò in condizione precarie e a tempo di record. Il comune e le forze dell'ordine (leggi carabinieri) hanno brillato per la loro latitanza e, anche per quanto riguarda lo schermo esterno, che avrebbe dovuto soddisfare le esigenze dei senza biglietto, si sono continuamente palleggiati la responsabilità fino al pnto che, la mattina stessa del concerto, il comando dei carabinieri di Trenno (luogo originariamente deciso per lo schermo) affermava «di non essere a conoscenza di nessun concerto e di nessun schermo.»
Se qualche volta leggessero i giornali forse circolerebbero meno barzellette su di loro. Grazie comunque agli uomini dell'organizzazione, il concerto si è svolto in condizioni di estrema sicurezza, e anche le 400 vittime della calura e dell'attesa non sono stati un problema vista la celere opera di soccorso. Non tutto ha invece funzionato a livello di vendita e prevendita biglietti, e qui l'organizzazione ha confermato delle carenze già notate nel passato.
Mi riferisco al concerto di Neil Young, in cui, dopo la sospensione, vennero rimborsati i biglietti nel giro di soli due giorni, e a quello degli Spandau Ballett, rinviato e rimborsato il biglietto senza il diritto di prevendita.
Quello del diritto di prevendita è un affare che ogni volta lascia perplessi. Per alcuni concerti, è il caso di Springsteen, l'acquisto in prevendita è necessario. Il biglietto viene venduto a ventiduemila lire, di cui 20 per il ticket e 2000 (in altre occasioni 1500) per il diritto di prevendita. Moltiplicate questa cifra per 65 mila e avrete centotrenta milioni che l'organizzazione si becca puliti puliti, senza muovere un'unghia, anzi con i vari negozi e centri di vendita che litigano fra loro e offrono bustarelle per accaparrarsi tale compito.
Loro (i negozi) ci guadagnano in termini di pubblicità ed immagine.
Se poi moltiplicate il prezzo del ticket (ventimila) per 65 mila e aggiungete i precedenti milioni del diritto prevendita avrete un miliardo e quattrocentotrenta milioni.
Costo complessivo dell'«affare Springsteen».
Togliete il 30% che va al management del cantante poi il 50% del rimanente per tutte le spese e vi rimarrà mezzo miliardo, milione più, milione meno, che è l'utile dell'operazione. Mica male per far cantare l'eroe del «Blue Collar Rock».
E stupido credere alle iniziative filantropiche, ma un limite ci dovrebbe essere. Come è stata gestita la prevendita è invece argomento che ha sollevato parecchio macontento tra il pubblico, e non pochi sono stati gli esclusi per delle modalità e dei tempi che hanno cavalcato una programmazione approssimativa.
Il 17 maggio la Kono Music, l'Intalent di Mamone e la CBS (quest'ultima ha curato solo la parte relativa all'immagine dell'artista e alla promozione) presentano a Milano in una conferenza stampa l'avvenimento. A parte i vaglia che partono subito e devono pervenire entro il 1° Giugno, vengono istituiti 64 punti di vendita in tutt'ltalia, di cui 12 a Milano. Il panico si sparge subito perché «out of Milan» di biglietti ne escono veramente pochi (300 per ogni centro, circa 15 mila in tutta Italia, solo 700 a Roma) che finiscono nel giro di qualche giorno. Iniziata il 25, la prevendita viene chiusa il 28 Maggio. Molti rimangono a bocca asciutta e si appellano, all'ultimo minuto, al vaglia postale pur vivendo a trenta chilometri da Milano o in città. Il giorno dopo, a Bruxelles, succede quel che succede. Esplode la «paura da stadio» qualcuno indietreggia, forti pressioni impongono all'organizzazione una minor agibilità (in termini numerici) dello stadio. Voci infondate creano la psicosi dei biglietti falsi. Si viaggia con la paura dell'incidente. Ma l'ultimo giorno — per fortuna — tutto rientra. Alcuni biglietti (qualche centinaia) vengono messi in vendita in extremis al botteghino del ,'Rolling Stone', altri (pur nella loro completa estraneità al mondo del rock e della sua informazione) vengono miracolati di biglietti speciali, stampa e tribuna e gli sciacalli dei bagarini vedono rovinata la festa, essendo costretti a vendere gli ultimi biglietti a prezzo normale o di poco maggiorato. E si che avevano iniziato la giornata con un arrogante cinquantamilalire! Luci ed ombre, quindi, per un concerto memorabile.
Si sarebbe potuto fare di più, a cominciare da una seconda data, ma sembra che in Italia lo «spettacolo» sia solo il calcio. Si è fatto di più se si pensa a Patti Smith (Bologna, 79), Bob Marley (San Siro, 80), Rolling Stones (Torino, 82), Dylan (Verona e Milano, 84). L'impressione è che sia cresciuto il pubblico del rock, non semplicemente in termini quantitativi ma in preparazione, civiltà, maturità e calore emozionale. Sono convinto che sia anche merito della musica di Bruce, gioiosa, festosa, ma anche vera e sofferta come la vita di tutti i giorni.

IL CONCERTO ore 19.30:

Born In The USA - Badlands - Out In The Streets - Johnny 99 – Atlantic City - The River - Working On the Highway - Trapped (Jimmy Cliff) - Prove it All Night - Glory Days - Promised Land – My Hometown – Thunder Road. ore 21.30: Cover Me - Dancing In The Dark - Hungry Heart - Cadillac Ranch -Downbound Train - l'm on Fire - Because of the Night - backstreets - Rosalita. Bis: Can't Help Falling In Love (Presley) -Born To Run - Bobby Jean. Tris: Ramrod - Twist and Shout/Do You Love Me - Rockin' All Over The World (John Fogerty).

mercoledì 6 giugno 2007

comunicato!

Piccola battaglia a favore della radio intelligente.
Pubblico questo comunicato che spiega bene il senso di tutto quanto e vi chiedo di mandare una semplice mail di poche righe al direttore editoriale di Radio Capital, Vittorio Zucconi (vzucconi@aol.com)... e poi girarla alla community di Area Protetta a chris.scorsone@gmail.com con oggetto Area Protetta che vi terrà aggiornati sulla situazione...



il programma di Radio Capital AREA PROTETTA di Sergio Mancinelli con Lele Rastelletti alla regia, quello che per tante volte ha trasmesso grandi pezzi introvabili del rock, che propone "veri" classici e quasi-monografie sui più grandi artisti rock (e non solo) di ogni tempo STA PER CHIUDERE I BATTENTI... entro il 28 giugno, infatti, il nuovo direttore artistico Linus ha deciso di dare una svolta più commerciale alla radio e "meno noiosa" e dunque cancellare il programma e LICENZIARLO in tronco dalla radio, insieme alle altre discutibili modifiche proposte al palinsesto. Nel 2006 il programma - peraltro già trasferito in seconda serata - ha conosciuto una nuova serie di trionfi: in tour live in vari teatri d'Italia, ha radunato folle oceaniche di ascoltatori, coinvolti direttamente nel programma per portare e raccontare gli album della loro vita. Ma a quanto pare oggi l'ignoranza vince. "Area protetta" e forse altri programmi di intrattenimento che fa cultura -perdio!- sembrano essere sulla lista nera del nuovo "controllore" di Radio Capital, apparentemente intenzionato ad annullare qualsiasi parvenza di memoria storica nel nostro paese. E questo non in una radio biecamente commerciale, ma nella radio del gruppo "L'Espresso" diretta da Vittorio Zucconi, fino a ieri baluardo della radio intelligente. E la prima vittima è Sergio Mancinelli, un uomo che crede in quello che fa. Pertanto un uomo SCOMODO.
Parafrasando John Donne: "Non chiedere mai per chi suona Area Protetta: essa suona per te."

Vi chiedo dunque di SOLIDARIZZARE con la causa e mandare una mail al direttore di Capital VITTORIO ZUCCONI :
vzucconi@aol.com esprimendo il vostro dissenso
e se possibile inoltrarla al gestore della community: [ chris.scorsone@gmail.com ]

per Info e per chi vuole può intervenire anche sul blog, è importante...
www.radiomusicsmile.splinder.com
e sulla community di area protetta:
http://www.musicaprotetta.splinder.com

mercoledì 30 maggio 2007

LooseEnds!



la foto di classe Anno 2005.

martedì 29 maggio 2007

lunedì 28 maggio 2007

dimenticavo...

oltre a visionare il post già pubblicato vi invito a dare un'occhiata ai nuovi video della settimana!

byez.

spendete cinque minuti per questa lettera:

vorrei comunicare a tutti gli amici del blog l’ultima notizia scomparsa di una lunga serie. Il 15 maggio 2007 la III Corte d’appello di Milano ha condannato il senatore forzista Marcello Dell’Utri e il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga a 2 anni per ciascuno per tentata estorsione. Nessun giornale, a parte l’Unità e il Corriere della sera, l’ha scritto. Nessun telegiornale o programma televisivo, tranne Annozero, l’ha detto. L’Ansa, onde evitare che qualcuno se ne accorgesse, ha dedicato alla cosa ben sette righe e mezza, sotto questo titolo depistante: “Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri”. Come se il reato fosse la sponsorizzazione. Nel testo, si spiegava (si fa per dire) che l’estorsione riguardava imprecisate “modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani”. Quanto a Virga, l’Ansa “dimenticava” di spiegare che è un boss mafioso, vicinissimo a Provenzano, arrestato dopo lunga latitanza nel 2001 e condannato all’ergastolo per mafia e omicidio.

Riepilogo brevemente i fatti. Nel 1990 il presidente della Pallacanestro Trapani, Vincenzo Garraffa, medico e futuro deputato del Pri, cerca uno sponsor per la sua squadra, neopromossa in serie A2. Publitalia, la concessionaria Fininvest presieduta da Dell’Utri, lo mette in contatto con la Dreher-Heineken. Si firma il contratto: per 1 miliardo e mezzo di lire, i giocatori esibiranno sulle magliette il logo della “Birra Messina”, marchio italiano della multinazionale tedesca. Garraffa paga la provvigione a Publitalia: 170 milioni. Ma due funzionari della concessionaria berlusconiana battono cassa e pretendono da lui altri 530 milioni, in nero. In pratica, Publitalia vuole indietro la metà del valore della sponsorizzazione, ovviamente sottobanco. Garraffa rifiuta e, ai primi del ’92, incontra Dell’Utri a Milano. Gli spiega di non disporre di fondi neri e di non poter pagare senza fattura. Dell’Utri – come denuncerà Garraffa – lo minaccia: “Ci pensi, abbiamo uomini e mezzi per convincerla a pagare”. Garraffa non paga. E, qualche settimana dopo, riceve nell’ospedale di cui è primario una visita indimenticabile: quella del capomafia Vincenzo Virga, scortato da un guardaspalle. Virga è di poche parole: “Sono stato incaricato da Marcello Dell’Utri e da altri amici di vedere come è possibile risolvere il problema di Publitalia”. Garraffa ribatte: “Senza fattura, non intendo pagare”. E Virga: “Capisco, riferirò. Se ci sono novità, la verrò a trovare…”.
L’anno seguente la Pallacanestro Trapani, nonostante i successi sul campo, non trova più uno sponsor. Garraffa s’inventa un’autosponsorizzazione antimafia, ovviamente gratuita, con lo slogan “L’Altra Sicilia”. Che gli porta fortuna: la squadra viene promossa in serie A. Maurizio Costanzo invita lui e i suoi giocatori a parlarne al “Costanzo Show”, su Canale5. Ma poi, all’ultimo momento, cambia idea e disdice l’invito. Garraffa ci vede lo zampino di Dell’Utri. E denuncia tutto ai magistrati di Palermo. Che trasmettono gli atti, per competenza, al Tribunale di Milano. Qui Dell’Utri e Virga vengono condannati per tentata estorsione aggravata a 2 anni a testa. L’altro giorno, la Corte d’appello ha confermato le condanne.
Ora manca soltanto la Cassazione. Dell’Utri intanto è stato condannato definitivamente a 2 anni per false fatture in altre sponsorizzazioni gonfiate e in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Naturalmente, visto il pedigree, rimane a pie’ fermo in Parlamento e viene pubblicamente elogiato per la sua “intelligenza” da diessini dalemiani come Nicola Latorre (niente a che vedere con Pio La Torre, ammazzato dalla mafia) e ossequiosamente intervistato da giornali e tv su tutto lo scibile umano, fuorchè sulle sue condanne.
Come ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito premesso: “Non parliamo dei suoi processi”. Dell’Utri, comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare. Anzi, ha aggiunto che il suo giornalista preferito è Luca Sofri. Che, guardacaso, è il marito della Bignardi. Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non parlare mai. Il senatore ha "uomini e mezzi per convincere." Marco Travaglio

questa lettera è stata inviata da M.travaglio a www.beppegrillo.it

venerdì 25 maggio 2007

top five 2

5 cose che proprio non sopporto


5 -il risveglio post sbronza


4 - sentirmi dire cosa devo fare


3 - lavorare quando non ne ho voglia (quasi sempre)


2 - ascoltare un cd che salta


1 - svegliarmi e accorgermi di non avere una sigaretta da fumarmi sul cesso!!!




mercoledì 23 maggio 2007

top five 1

cinque canzoni della giornata:

5- Stand By Me - Ben King

4- Bullet In Your Head - Rage Against The Machine

3- Mal D'Africa (live)- F. Battiato

2- Riders On The Storm - The Doors

and today the first place goes to....

1- La Stagione Dell'Amore (live)- F. Battiato


La stagione dell'amore viene e va,
i desideri non invecchiano quasi mai con l'età.
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.
La stagione dell'amore viene e va,
all'improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni
perdendole; non rimpiangerle, non rimpiangerle mai.
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
Nuove possibilità per conoscersi
e gli orizzonti perduti non ritornano mai.
La stagione dell'amore tornerà
con le paure e le scommesse questa volta quanto durerà.
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.





Grande pezzo. grazie Franco. era il 1983.
Dal disco Orizzonti Perduti.

sabato 19 maggio 2007

Così mi sento!

-




così mi sento.


ultimamente più ascolto musica di recente fattura,

più m'accorgo che sono tutte cose trite e ritrite.


non c'è nulla di veramente importante, innovativo..

nemmeno l'elettronica, sono tentativi,e non vanno poi molto lontano...


ok, alcune possono essere belle cose,

ma obbiettivamente non vedo nemmeno una competizione con un disco "importante",

non può esser nemmeno secondo.

non c'è gara e basta.


come quel divario tra Verdi e Bach (o Haendel),

e in mezzo il nulla.


dobbiamo aspettare un nuovo Elvis

che aprirà un nuovo percorso che per 100 anni a seguire sarà la base di ogni produzione?







... è triste,

ma ultimamente per godere devo sentirmi un disco non nuovo..

io ci spero sempre ma non va mai come vorrei/sognerei.





Zio Tom è daccordo con me..

lunedì 7 maggio 2007

ieri sera Cat Power

-
un concerto blues. dall'inizio alla fine.




inaspettate versioni blues di pezzi suoi (irriconoscibili,scarnificati e stravolti) , satisfaction dei rolling stones, lei meravigliosa come sempre. peccato abbia tagliato fuori completamente you are free che è il mio disco preferito... ma va bene lo stesso!







martedì 24 aprile 2007

newsweek!

ehm...





Rieccomi!

visto la foto? è la novità più importante della settimana.. la mia nuova (usata) vetturina!

me ne sguscio per la city come un gatto sopra i tetti!


di ritorno da ozfacentro, in attesa dell'ora giusta per una doccia, pronto per un salto a scuola un paio d'ore per poi fiondarmi al lio.. oggi è prefestivo e ci sarà un puttanaio di gente.. passate a trovarmi!


ieri sera figata: sono andato con la ciorla (!) a casa di Gipo a fare una grigliata di proporzioni bibliche sul terrazzo, proprio una serata estiva. un sacco di vino, di birre, di pirli,di gente, di cibo, di giochi. e la casa è fighissima, con un bellissimo terrazzo adatto proprio a serate come queste.
ne voglio una così anch'io!!!!
se vedemio.


mercoledì 18 aprile 2007

ehm...

giuro che appena ho un minuto aggiorno il blog!

martedì 27 marzo 2007

tutti possono postare!

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grande novità!

d'ora in poi chiunque può postare anche se non registrato.

incredibile,vero!? eh, la tecnologia fa passi da gigante..

è bastato cliccare su "opzioni".. ma pensa te..

lunedì 26 marzo 2007

a good top twenty

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venti dischi. ecco cosa voglio da te.
i tuoi venti titoli consigliati. non i 20 fottuti migliori di tutti i tempi.
ne voglio venti che piacciono a te.
sei in grado?
troppo difficile? mettine di meno! ma mettili..

sforzati,pensaci,cambia idea magari.. e poi lascia un post!



..

domenica 25 marzo 2007

Open All Night



Gli occhi ti bruciano nelle prime ore del mattino,
il sole è solo una palla rossa
che si alza sopra quelle ciminiere.
La radio è intasata di stazioni gospel,
anime perdute che invocano da lontano la salvezza
Hey, signor deejay, vuoi sentire la mia ultima preghiera?
hey oh, rock’n roll, salvami da questo nulla.

venerdì 23 marzo 2007

Al Quinto Stato.


Di respirare la stessa aria

di un secondino non mi va

perciò ho deciso di rinunciare

alla mia ora di libertà

se c'è qualcosa da spartire

tra un prigioniero e il suo piantone

che non sia l'aria di quel cortile

voglio soltanto che sia prigione

che non sia l'aria di quel cortile

voglio soltanto che sia prigione.

sabato 10 febbraio 2007

Si comincia con l'atmosfera d' Estate!




Ciao a tutti vecchi catorci!

come va? tutto a posto? io sono distrutto, sto facendo una sbregaccia di ore tra Oz e Lio, ma non per questo non sono in cannissima!


Oggi ho sentito parte della line up dell'Heineken Jammin' Festival 2007..


che ne dite? io un pensierino ce lo picchio lì...

leggete qua:

il raduno rock è stato spostato al Parco San Giuliano di Mestre -Venezia, un'area di circa 700 ettari. Inoltre, per la prima volta nella sua storia l'evento avrà una durata di quattro giorni.
una location bellissima, ma che sulla carta si presenta come ambiziosa e potenzialmente scomoda causa traffico e scarsa ricettività della zona.


Per tornare al cartellone...

giovedi 14 GIUGNO - Headliner: Iron Maiden. Nella stessa giornata si esibiranno Slayer, Stone Sour, Papa Roach + altri artisti in via di definizione + vincitore Heineken Jammin' Festival Contest 2007.
venerdi 15 GIUGNO - Headliner: Pearl Jam. Nella stessa giornata si esibiranno Linkin Park, The Killers, My Chemical Romance + altri artisti in via di definizione + vincitore Heineken Jammin' Festival Contest 2007.
sabato 16 GIUGNO - Headliner: Aerosmith - Smashing Pumpkins. Nella stessa giornata si esibiranno gli Incubus + altri artisti in via di definizione (Racounteurs?) + vincitore Heineken Jammin' Festival Contest 2007.
domenica 17 GIUGNO - Headliner: Vasco Rossi. Nella stessa giornata si esibirà J-Ax + altri artisti in via di definizione + vincitore Heineken Jammin' Festival Contest 2007.

Prezzo del biglietto per singola giornata: 40 EURO + DIR. PREV.
Prezzo abbonamento ai quattro giorni : 140 EURO + DIR. PREV.

Per saperne di più:


mercoledì 31 gennaio 2007

Pensierino della sera



Tuffgong.


-ci si affeziona di più alle persone o alle cose?- mi chiede oggi il mio amico Gianni al telefono

-alle persone - gli rispondo io

-io no - mi dice lui - metti che incontro una ragazza, che sò: in vacanza, la invito a bere e il giorno dopo ci rivediamo e per un certo periodo di tempo frequentiamo i soliti luoghi, le solite strade, il solito ristorante, se sono fortunato pure il solito letto. ebbene -continua Gianni - a distanza di tempo mica mi viene la tentazione di richiamare lei... piuttosto ritorno a camminare sulle solite strade, ritorno a frequentare lo stesso ristorante... so già che questo mi darebbe più emozione che non richiamare lei che magari nel frattempo è cambiata, non è più la stessa donna e non mi dice più le stesse parole -

-ma affezionarsi alle cose e ai luoghi più che alle persone è arido - gli rispondo io

-i luoghi e le cose spesso conservano l'anima delle persone più delle persone stesse - sentenzia lui


martedì 30 gennaio 2007

Stasera Lio


Stamattina me ne son gironzolato per la City a consegnare i film a ritirare poste varie.. le solite commissioni d'inizio settimana per l'oz, quattro chiacchiere con la "Michelle" del bancone che poveretta si pippava tutto il pomeriggio da sola..

Ieri non ho fatto la verifica di storia (come saprete già tutti, faccio il liceo serale, e va che è una canna!), in pagella avrò un sei politico... E con questa se ne andava il primo quadrimestre, adesso devono solo arrivare ste benedette pagelle (cazzo,che ansia!).


Questa sera al Lio Bar, special guest: me stesso! Per il piacere vostro di vedrmi al lavoro!

Non chiedetemi chi suona che non lo so..

ci vediamo là, nè?!


From Friday Night Lio's Fever!

Strenght,faith,hope,love



May your strengh give us strengh
May your faith give us faith
May your hope give us hope
May your love bring us love

New Born!


ecco perchè "LOST IN THE FLOOD"

The ragamuffin gunner is returnin' home like a hungry runaway
He walks through town all alone
He must be from the fort he hears the high school girls say
His countryside's burnin' with wolfman fairies dressed in drag for homicide
The hit and run, plead sanctuary, `neath a holy stone they hide
They're breakin' beams and crosses with a spastic's reelin' perfection
nuns run bald through Vatican halls pregnant, pleadin' immaculate conception
And everybody's wrecked on Main Street from drinking unholy blood
Sticker smiles sweet as gunner breathes deep, his ankles caked in mud
And I said "Hey, gunner man, that's quicksand, that's quicksand that ain't mud
Have you thrown your senses to the war or did you lose them in the flood?"


That pure American brother, dull-eyed and empty-faced
races Sundays in Jersey in a Chevy stock super eight
He rides `er low on the hip, on the side he's got Bound For Glory in red, white and blue flash paint
He leans on the hood telling racing stories, the kids call him Jimmy The Saint
Well the blaze and noise boy, he's gunnin' that bitch loaded to blastin' point
He rides head first into a hurricane and disappears into a point
And there's nothin' left but some blood where the body fell
That is, nothin' left that you could sell
just junk all across the horizon, a real highwayman's farewell
And he said "Hey kid, you think that's oil? Man, that ain't oil that's blood"
I wonder what he was thinking when he hit that storm
Or was he just lost in the flood?

Eighth Avenue sailors in satin shirts whisper in the air
Some storefront incarnation of Maria, she's puttin' on me the stare
and Bronx's best apostle stands with his hand on his own hardware
Everything stops, you hear five, quick shots, the cops come up for air
And now the whiz-bang gang from uptown, they're shootin' up the street
And that cat from the Bronx starts lettin' loose
but he gets blown right off his feet
And some kid comes blastin' round the corner but a cop puts him right away
He lays on the street holding his leg screaming something in Spanish
Still breathing when I walked away
And somebody said "Hey man did you see that? His body hit the street with such a beautiful thud"
I wonder what the dude was sayin' or was he just lost in the flood?
Hey man, did you see that, those poor cats are sure messed up
I wonder what they were gettin' into, or were they just lost in the
flood?